Missione Impossibile? - ADI-Media

Missione Impossibile?

Nella vita ci sono cose che sono oggettivamente difficili.

Sarebbe difficile far entrare un cammello nel vano posteriore di una monovolume di medie dimensioni. Richiederebbe un certo sforzo, un po’ di sudore e parecchia determinazione. Ma suppongo che si potrebbe fare. Confesso di non aver mai provato, ma forse non è impossibile.

Non è di tali cose che tratta questo libro. Non stiamo parlando di qualcosa di difficile.

Un cammello potrebbe passare attraverso la cruna di un ago? Questo è già un altro paio di maniche. Ѐ decisamente fuori portata, non soltanto tenendo conto della nostra esperienza, ma anche del più ardito sforzo dell’immaginazione umana. Neppure il più ottimista ed entusiasta cammello contorsionista ci proverebbe.

Stiamo parlando di qualcosa che è assolutamente impossibile, sotto ogni punto di vista.

Sicuramente al di fuori delle capacità umane. So che può sembrare strano, eppure se non abbiamo mai tratto gioia dalla nostra ubbidienza, dobbiamo realmente partire da questo punto. L’ubbidienza ai comandamenti divini, per noi è semplicemente impossibile.

Non si può fare tutto

In Marco cap. 10, Gesù si servì di questa drastica immagine per aiutare i Suoi discepoli a comprendere cosa significasse seguirlo. Disse loro:

“È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio”
(Marco 10:25).

Gesù non stava semplicemente spiegando che era difficile, stava dicendo che era assolutamente impossibile. Finché non ci misuriamo con questa impossibilità, resteremo intrappolati all’interno di un circolo infinito di sforzi, tentativi, impegni e inevitabili frustrazioni.

C’è qualcosa, in noi, che non ama sentirsi dire che determinate cose risultano impossibili. Viviamo nella cultura del “si può fare”, con un’intera generazione cresciuta sentendosi dire che può fare qualunque cosa desideri.

Siamo costantemente sollecitati da messaggi che ci suggeriscono che non c’è nulla di “impossibile”. Puoi fare tutto quello che desideri, e raggiungere qualsiasi obiettivo, senza alcuna preclusione. Alcuni anni fa, partecipai a una recita di scuola elementare, nella quale era impegnato uno dei miei figli. Tutta la classe cantava magnificamente, con un volto raggiante.

Con cuore entusiasta, ci dicevano che avrebbero potuto fare qualunque cosa, ma proprio tutto bastava soltanto credere in sé stessi.

La schiavitù dell’impossibile

Questa è la cultura in cui viviamo (Sic!). A prima vista sembra una prospettiva positiva e allettante, ma in realtà è deleteria. Semplicemente non è vera. Quando falliamo, la colpa è solamente nostra. Dopotutto, avevamo la possibilità, avremmo soltanto dovuto crederci maggiormente.

Tutti noi avremo sicuramente udito l’intervista di qualche atleta che ha appena vinto l’oro alle Olimpiadi. Nell’enfasi e nell’euforia del momento spesso ci si abbandona a qualche dichiarazione perentoria: “Questa è la dimostrazione che può riuscirci chiunque, basta crederci”.

Ma, ovviamente, questa non è un’argomentazione valida e una tesi probante. Per ogni vincitore, ci sono centinaia di perdenti. Centinaia di persone che hanno dedicato la propria vita a inseguire il sogno olimpico e non hanno conseguito il risultato sperato.

E molti di noi approcciano la vita cristiana con una logica analoga. Pensiamo di essere in grado di ubbidire ai comandamenti di Dio se solamente ce la mettiamo tutta.

In questo modo, passiamo la nostra vita tentando di spingere il metaforico cammello nel sedile posteriore della metaforica auto e ci sentiamo entusiasti quando facciamo qualche progresso, e dei falliti quando la gobba sporge ancora dal finestrino.

Pensiamo di potercela fare. Ci dicono che possiamo farcela. Sappiamo che dovremmo essere in grado di farlo. Se non ci riusciamo, c’è qualcosa che non va in noi. E così tutti facciamo finta che lo stiamo facendo, quando in fondo sappiamo che non è così.

Ecco la follia della nostra vita. Ѐ la schiavitù dell’impossibile.

Liberi di non farcela da soli

Soltanto Gesù può interrompere questo circolo infinito. Egli è molto più schietto con noi. Ciò che riguarda Dio e il Suo Regno, noi non possiamo farlo. Semplicemente non ne siamo capaci. Non importa quanto ci sforziamo e la determinazione che poniamo nel perseguire il nostro intento: il cammello non entrerà nella cruna di quell’ago. Ci autoconvinciamo che deve essere possibile; pensiamo che magari siamo l’eccezione. Non lo siamo affatto.

Immaginiamo che, se soltanto ci sforzassimo un po’ di più, potremmo ubbidire a Dio, piacergli ed entrare nel Suo Regno.

Ma non possiamo.

“Impossibile” è un termine che deve far parte del nostro vocabolario cristiano. Non sto alludendo a una mentalità negativa, ristretta e pessimistica. Sto parlando di un’onestà realistica e risoluta. Pertanto è molto importante giungere a questa conclusione: è soltanto quando accetti l’impossibilità, che ti trovi proprio a un passo dalla vera felicità.

Dopo che Gesù ha spiegato che per noi è impossibile, sai cosa dice? Gesù non afferma che è impossibile, in modo tale da indurti a smettere di provare. Egli non dice che l’impossibilità porta inesorabilmente alla sconfitta. Piuttosto, proferisce queste parole profonde e straordinarie:

“Agli uomini è impossibile, ma non a Dio; perché ogni cosa è possibile a Dio”
(Marco 10:27).

Ecco, è qui che si colloca la vera libertà cristiana. In tutta onestà, misurarmi con l’impossibilità della mia ubbidienza mi porta, non a disperare, ma ad andare al Dio al quale ogni cosa è possibile.

Questo è vero nel momento in cui intraprendiamo il cammino cristiano, ed è vero per ogni atto di ubbidienza che compiamo con il proposito di seguire Gesù. Molti dei problemi che riscontriamo nel vivere per Cristo scaturiscono da una radice comune: pensiamo di potercela fare. Pensiamo che la forza risieda dentro di noi. Cominciamo a cercare di spingere il cammello. Mentre invece comprendere l’impossibilità è il primo passo verso l’ubbidienza.


Articolo tratto da
“Comandamenti Impossibili”