Lo Spirito Santo ci conduce a Cristo e ci guida in tutta la verità (Gv. 16:13, 14), e la nostra fede nell’opera della Sua grazia ci libera sia dalla potenza sia dalla condanna del peccato e ci permette di camminare per la virtù dello Spirito Santo (Gal. 5:16-18).
La carne si oppone allo Spirito
Nessuna condanna! (cfr. Gv. 3:18; 5:24). Questa è la buona notizia dell’Evangelo di Gesù Cristo. Dio non mandò il Suo Figliuolo nel mondo per condannarlo, ma affinché fosse salvato per mezzo di Lui (Gv. 3:17). Tutto ciò avviene grazie all’esercizio della fede, mediante la quale l’uomo realizza nella propria vita le promesse del Signore, prima fra tutte: la salvezza.
Soltanto quanti si sono identificati con Lui nella Sua morte, nella Sua sepoltura e nella Sua risurrezione sono stati liberati dalla colpa e dalle conseguenze del peccato.
Bisogna sottolineare alcune verità importanti. Il linguaggio neotestamentario è ricco di termini che esprimono concetti profondi e alcuni, in particolare, erano usati anche in ambito forense. Dallo studio degli stessi, comprendiamo che al credente, per fede nel sacrificio espiatorio di Cristo, nonostante il conclamato errore, è imputata la giustizia di Cristo. La nostra libertà dunque è il risultato dell’essere in Lui.
Quindi il sentimento di colpa non sussiste più, in quanto i peccati che abbiamo confessato sono stati perdonati da Dio (Salmo 103:12). In ultimo, dal momento che siamo stati perdonati, non sussiste più alcuna condanna. Nonostante le conseguenze dei peccati commessi, possiamo, comunque, essere certi che la nostra relazione con Cristo è ripristinata nel momento in cui li abbiamo confessati.
Lo Spirito Santo è Colui che rende possibile al credente una vita cristiana vittoriosa, libera dalla legge del peccato e della morte. Paolo scrive ai Galati: “Voi siete stati chiamati a libertà” (5:13) e ai Corinzi dichiara: “Dove c’è lo Spirito del Signore, li c’è libertà” (II Cor. 3:17). Ciò è possibile perché Dio ha mandato il Suo Unigenito Figliuolo sulla Terra, affinché fosse uguale agli uomini, eccetto nel peccare (Ebrei 4:15). Nonostante il Figliuolo di Dio sia venuto “in carne, simile a carne di peccato”, Egli visse una vita senza peccato (II Cor. 5:21). Cristo adempì appieno le richieste della Legge e divenne, quindi, la propiziazione per i nostri peccati, giacché si è sostituito ai peccatori (Rom. 3:25; Gal. 3:13). La morte di Gesù, quindi, ha annullato il peccato e, di conseguenza, il credente non è più sotto condanna! Quanti hanno accettato il sacrificio di Cristo hanno soddisfatto le richieste della Legge, poiché essi sono “in Cristo”.
Come credenti, dobbiamo camminare “non secondo la carne, ma secondo lo Spirito” (v. 9). In altre parole, dobbiamo lasciarci condurre da Lui, mediante le direttive della Parola di Dio, e non seguire più l’andazzo di un mondo che rinnega l’autorità divina, trascinati da ciò che attira i nostri sguardi o spaventati dalle persecuzioni e dagli scherni degli uomini.
La nostra carne e lo Spirito Santo sono nemici inconciliabili. Qualsiasi cosa che viene dalla carne, cioè dalla natura umana non redenta, è contrapposta allo Spirito Santo. Qualsiasi cosa che proviene dallo Spirito Santo è logicamente opposta alla carne. L’una conduce alla morte, mentre l’Altro alla vita e alla pace. La metafora del camminare è frequente nelle Scritture e sta a indicare i pensieri e le aspirazioni secondo cui una persona conduce la propria vita (cfr. Salmo 1:1). Quindi, il camminare per la carne fa piacere al proprio “io”, mentre il camminare per lo Spirito Santo fa piacere al Signore (Rom. 8:8).
Lo Spirito Santo dimora in noi
Il credente, proprio perché ha accettato Gesù nel suo cuore, non è soltanto “in Cristo”, ma anche “nello Spirito” (v. 9); ciò significa che lo Spirito Santo è in noi. Quando una persona si pente dei propri peccati e pone la sua fede in Cristo, lo Spirito Santo opera nel suo cuore e vi genera la nuova nascita (Gv. 3:5; Tito 3:5). Il credente diviene, dunque, il tempio di Dio, poiché lo Spirito Santo dimora in lui (I Cor. 3:16) perché Egli è la nostra sorgente di vita e diforza spirituale, attraverso la quale noi abbiamo già la vittoria sulla “carne”.
L’espressione “Spirito di Cristo” è un altro modo per indicare lo Spirito Santo e la ritroviamo nell’epistola ai Galati “E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: “Abbà, Padre” (4:6). Dunque, una persona non può essere un figlio di Dio senza lo Spirito Santo. Il fatto che lo Spirito Santo dimora in noi ci conferma non soltanto che apparteniamo al Signore, ma ci dà la certezza di una prossima risurrezione come quella di Cristo.
Lo stesso Spirito Santo, che adesso dimora dentro di noi, risusciterà i nostri corpi mortali (v. 11). È questa l’opera completa dello Spirito Santo nel credente: dalla nuova nascita fino alla fine dell’età presente.
Scopri le epistole ai Romani e ai Galati
Le Epistole ai Romani e ai Galati sono un concentrato di teologia.
Un messaggio essenziale da analizzare per comprendere a fondo i principi fondamentali della nostra fede.
In questo testo di studio approfondirai:
Cos'è il vero Evangelo
La giustificazione per fede
La necessità della santificazione
La maturità cristiana
Il rapporto tra credenti e società
La fede e la libertà