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Evangelizzare significa ascoltare
Creare spazio per comprendere ed empatizzare

Ricordo quando, molti anni fa, dovetti prendere una decisione importante per la mia vita. Decisi di confrontarmi con alcuni amici e di chiedere loro un consiglio. Con mio grande disappunto, ogni volta che andavo a trovare qualcuno, questi non faceva altro che parlare e parlare. Mi davano i loro consigli. Non era forse quello che avevo chiesto? Non era ciò che volevo? In realtà, credevo di volerlo, finché non mi sono ritrovato di fronte a un monologo.

Quello che adesso capisco, ma che allora non sapevo, è che avevo semplicemente bisogno di essere ascoltato. Desideravo qualcuno con cui parlare, piuttosto che qualcuno che si limitasse a parlare a me. Non metto in dubbio che i consigli che mi davano fossero saggi, ma in quel momento mi servivano a ben poco. Ciò che desideravo davvero era che mi ascoltassero.

Lasciare spazio

D’altro canto, soltanto pochi anni fa ho mi sono rivolto a un consulente professionista. Durante i nostri incontri, mi lasciava parlare per più del 90% del tempo. Di tanto in tanto, faceva qualche osservazione, ma per la maggior parte della chiacchierata si limitava a pormi una domanda qua e là, per poi lasciarmi libero di esprimermi. Ho trovato questa dinamica estremamente utile perché, anche se in quel momento non me ne rendevo conto, avevo davvero bisogno di parlare. Soltanto parlando, ho capito di essere pronto ad accettare i suoi suggerimenti.

Ciò che ho imparato da quest’esperienza è che l’arte della conversazione è, in realtà, anche l’arte di far parlare l’altra persona. Un mio amico, James, che è psicologo, mi ha confidato che la sua tecnica consiste semplicemente nel non parlare. Se la conversazione è interrotta da una lunga e imbarazzante pausa, James beve un sorso dalla sua tazza come segnale non verbale con cui comunica che lui non parlerà, lasciando libera l’altra persona di riprendere la parola. 

Ascoltare, comprendere ed empatizzare

Cosa facciamo mentre l’altro parla? Cerchiamo di fare tre cose: ascoltare, comprendere ed empatizzare. Spesso, scherzando, dico che queste sono le uniche tre cose che vengono insegnate a noi uomini durante il corso prematrimoniale su come gestire i conflitti con la propria moglie. Faccio un esempio pratico. Se mia moglie mi dice: “Non hai lavato i piatti”, la prima cosa che devo fare è dimostrarle che ho ascoltato ciò che mi ha appena detto. Potrei quindi rispondere: “Mi sembra di aver capito che non ho lavato i piatti. Ho sentito bene?”.

Il secondo passo consiste nel dimostrare di aver davvero compreso ciò che sta dicendo. In questo caso, dovrei riassumere quanto ha detto in parole mie, per dimostrarle che non mi sto semplicemente limitando a ripetere alla lettera le sue frasi, ma che ho recepito ed elaborato il suo messaggio. Quindi, potrei dire qualcosa come: “Mi rendo conto che forse non sto contribuendo abbastanza alle faccende domestiche, è così?”.

La terza cosa che mi resta da fare è dimostrare di provare empatia per le sue emozioni. Devo descrivere ciò che sta provando, quindi devo dire qualcosa che suoni in questo modo: “Immagino che tu sia davvero arrabbiata”. La cosa divertente è che una volta mia moglie mi ha colto in flagrante mentre davo questo consiglio ai miei amici e mi ha detto: “Se mai dovessi accorgermi che usi questo metodo con me, diventerei furiosa!”.

Allora, scherzosamente, ho replicato: “Mi sembra di aver capito che …”, e la battuta ha funzionato proprio perché la quarta cosa che devo fare è ricostruire la fiducia. Devo dire qualcosa del tipo: “Cosa posso fare per riconquistare la tua fiducia?”. Il suo sguardo esasperato mi lascerà intendere che, forse, potrei iniziare lavando i piatti!

Ascolto attivo 

Ma, tornando alle cose serie, mentre il nostro amico non credente parla, possiamo usare questo metodo per praticare ciò che è comunemente definito “ascolto attivo”.

Se gli permettiamo di esporre a lungo il suo punto di vista su temi come il matrimonio omosessuale, per esempio, al termine del suo discorso, potremmo dirgli: “Mi sembra di aver capito che sei favorevole al matrimonio omosessuale. Mi rendo conto che, dal tuo punto di vista, si tratti di una questione di giustizia e di uguaglianza. Quindi, immagino che tu possa sentirti arrabbiato quando ascolti cristiani che non condividono il tuo punto di vista. Probabilmente, ci vorrà del tempo prima che tu possa fidarti di nuovo di un credente. Ho capito bene?”.

Se seguiamo questo approccio, avremo guadagnato sufficiente terreno per poter iniziare a dialogare.

Il nostro amico potrebbe chiedere la nostra opinione in merito.

Oppure potremmo, con gentilezza, chiedergli: “Vuoi che ti risponda?”. Se il nostro amico percepisce di essere stato ascoltato, allora sarà più disposto ad ascoltare noi.



Evangelizzare con autenticità in un mondo che non ascolta


Ti piacerebbe condividere la tua fede, ma non sai come iniziare? Hai a cuore amici e familiari, ma temi di rovinare il rapporto? Questo libro pratico, stimolante e profondamente evangelico, ti guida passo dopo passo nell’annunciare Gesù in un mondo scettico, secolare e pluralista.


Con uno stile accessibile e realistico, l’autore ti mostra come:

  • Creare conversazioni autentiche e naturali;

  • Ascoltare con empatia prima di parlare;

  • Presentare Cristo in modo comprensibile e culturalmente sensibile, senza mai compromettere la verità biblica.

Evangelizzare non è una tecnica da padroneggiare, ma una vita da vivere con coerenza, ascolto e fiducia nello Spirito Santo.


Camminare per lo Spirito
Liberi dalla legge del peccato e della morte

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