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Il battesimo nello Spirito Santo
Un'esperienza fondamentale per ogni generazione

Mutano i tempi e i contesti sociali ma, tra nuove sfide e opportunità spirituali, ricevere “potenza” direttamente dal trono di Dio è un attuale necessità per la Chiesa di Cristo, ricordando che Lui soltanto è il battezzatore (Atti 2:33).

Mitizzare le esperienze della prima Chiesa o porre quelle dei pionieri del risveglio pentecostale in cornici distaccate dal panorama evangelico odierno sarebbe un grave errore. Esattamente come su di loro da principio (cfr. Atti 11:15), anche ai nostri giorni il Signore è pronto a spandere su di noi il Suo Spirito, la Sua unzione, guida, virtù, per suscitare in noi amore per la Sua parola, per il Suo popolo e per i perduti. Tutto ciò scaturisce da un’autentica esperienza pentecostale.

Un dono per il tempo della grazia

Nell’Antico Patto, il Signore usava potentemente i Suoi servi per compiere opere miracolose, per guarire malati e riportare in vita i morti. La promessa del battesimo nello Spirito Santo, però, non si è adempiuta sotto la Legge ma nella dispensazione della grazia, cioè con la venuta di Gesù (Giovanni 7:39; Atti 2:17).

Per l’opera dello Spirito Santo, i peccatori che confessano la propria necessità di essere lavati e perdonati divengono nuove creature (II Corinzi 5:17; Efesini 2:1-8), ricevendo il suggello dello Spirito Santo (Efesini 1:13, 14; cfr. Giovanni 20:22) e come tali sono nella condizione di sperimentare la promessa del Padre (Atti 1:4, 5; 2:38, 39).

Alcuni ritengono che il battesimo nello Spirito Santo sia stata un’esperienza riservata agli apostoli, per fondare la Chiesa; pertanto non sarebbe più necessario sperimentarlo, in quanto la promessa si sarebbe già adempiuta. Il Nuovo Testamento, però, smentisce chiaramente tale tesi (Atti 2:17, 18; I Corinzi 13:8-10).

Il Signore, nella Sua Parola, ha promesso di accompagnare i Suoi testimoni con la potenza celeste (Marco 16:15, 17) ed ha aggiunto che lo farà “sino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:18, 19).

Le affermazioni dell’apostolo Pietro nel sermone di Pentecoste, a tal proposito, sono nette e dettagliate (Atti 2:39). Egli dice, guidato dallo Spirito Santo:

• Per voi è la promessa: quindi, non soltanto per gli apostoli, ma per tutti quelli che ascoltano la Parola di Dio ed ubbidiscono;

• Per i vostri figli: cioè per ogni generazione, compresa la nostra;

• Per tutti quelli che sono lontani: Giudei o Gentili, tutti i credenti possono ricevere il battesimo nello Spirito Santo.

• Per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà: la promessa è per tutti quelli che Dio chiamerà a ravvedimento, dal giorno di Pentecoste fino al termine della dispensazione della grazia, che è pure quella dello Spirito Santo.

Come cercare questa grazia

Il “battesimo pentecostale” è un dono di Dio: si riceve gratuitamente, come un regalo, non è il premio per i nostri sforzi o meriti umani, bensì un favore della grazia di Dio mediante la fede (Marco 16:17; Giovanni 1:16; Atti 2:38; 8:20; 11:17). Esso non è una spilla puntata sul petto per meriti acquisiti, né il premio divino dato a chi ha raggiunto un alto livello di santità, tuttavia il battesimo nello Spirito Santo deve essere procacciato perseverando nella preghiera con fervente desiderio (Luca 11:9; 24:49; Atti 1:14).

Organizzare “riunioni di attesa” o “riunioni di preghiera per la ricerca del battesimo nello Spirito Santo”, è sicuramente conforme alle indicazioni di Gesù (Atti 1:4), tuttavia, queste riunioni devono sempre corrispondere a una “ricerca” personale e costante del dono di Dio.

APPROFONDIMENTO

Secondo alcuni, il battesimo sarebbe dato da Dio ai credenti che hanno già una vita cristiana ben salda. È però inconcepibile che, al principio di una guerra, si mandino le truppe a combattere con i pugni, promettendo la distribuzione delle armi dopo che queste avranno vinto un certo numero di battaglie! Il battesimo nello Spirito Santo non è una medaglia di valore al merito per quanti si sono distinti nella guerra, ma è un rivestimento di potenza fornito al soldato all’inizio di questa, perché la usi vittoriosamente. Il termine dorea che significa “dono”, “regalo”, è lo stesso che la Bibbia usa per indicare il “dono” della salvezza, che il Signore è pronto a donare a tutti indistintamente e non soltanto ad una élite di credenti.


Deve esserci equilibrio tra attesa, come richiesta fatta al Signore, e ricerca, connessa più all’arresa del cuore dinanzi a Lui. Possiamo aspettarci la potenza dall’alto quando ricerchiamo la santità di Dio facendogli spazio, mentre siamo disposti a mettere in ordine la nostra vita alla luce della giustizia biblica, accantonando quanto lo Spirito di Dio addita quale impedimento (Atti 5:32).

L’aspetto basilare resta la disposizione interiore; nella “sala di sopra” (Atti 1:14) i discepoli avevano cose da chiarire e sistemare, egoismi, divisioni e vecchie ruggini (Matteo 20:24). La concordia nella preghiera è molto più che pregare nello stesso luogo, va pure oltre il pregare per lo stesso scopo: essa è l’avvicinarsi dei cuori, sospinti dal potente amore di Dio, che abbatte ogni barriera di egoismo, apatia e rancore.

Procacciare il battesimo e la pienezza dello Spirito Santo implica tra le altre cose: la confessione dei peccati, la riconciliazione fraterna, una nuova visione dei perduti (Atti 2:38; 1:14; Efesini 4:30-32).

Varie manifestazioni, una sola evidenza

Gli eventi specifici di Pentecoste erano l’attuazione di un modello dispensazionale, in quanto segnavano la venuta dello Spirito Santo quale Consolatore e Guida della Chiesa, fino al ritorno di Gesù. Alla Pentecoste di Gerusalemme vi furono dei fenomeni acustici e visivi: un suono di vento impetuoso che soffia e lingue di fuoco (Atti 2:2, 3). Questi eventi straordinari non sono però menzionati nei casi di Cesarea (Atti 10:45, 46), Samaria (Atti 8:17) ed Efeso (Atti 19:6) ma l’esperienza che li accomuna tutti - quale segno iniziale del battesimo in Spirito Santo - è quella del “parlare in altre lingue” (Atti 10:45-47).

APPROFONDIMENTO

Il fatto che esista un segno oggettivo ed inequivocabile a conferma del battesimo nello Spirito Santo dà la certezza di averlo sperimentato; ecco perché il Signore ordinò ai discepoli: “Rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall’alto” (Luca 24:49) ed ecco perché l’apostolo Paolo poté rivolgersi così ai discepoli di Efeso: “Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?” (Atti 19:2). Se tale esperienza non fosse stata così evidente, essi non avrebbero potuto rispondere affermativamente o negativamente.


Il battesimo nello Spirito Santo, dal giorno di Pentecoste in poi, si è sempre manifestato con il segno del parlare in lingue nuove. Questa manifestazione è comune a tutti i casi descritti nella Bibbia ed è definita glossolalia [vedi glossario] (Atti 11:15, 16).

D’altronde, se ogni battesimo nello Spirito Santo fosse coinciso con varie espressioni differenti e individuali, in base a quale criterio i discepoli avrebbero potuto riconoscere l’adempimento della promessa?

Seppure le reazioni emotive a tale fenomeno divino possano variare secondo l’indole di ogni persona, l’evidenza dell’azione dello Spirito Santo sul credente è però una: la glossolalia, modello universale per la Chiesa (Atti 9:17; I Corinzi 14:18). Ciò perché il battesimo nello Spirito Santo non può mai divenire una vaga esperienza soggettiva, ma rimane la realizzazione di una oggettiva verità biblica!

Detto questo, il battesimo nello Spirito Santo non si esaurisce certamente con il segno iniziale delle lingue, ma si dimostra poi nelle innumerevoli virtù e sante caratteristiche che Egli produce nella vita del credente, anche attraverso una chiara manifestazione del frutto dello Spirito e non attraverso eccentriche espressioni di vago spiritualismo spicciolo.

Un'esperienza gloriosa

L’effusione dello Spirito Santo fu un evento improvviso: non provocato dai discepoli o per eccitazione collettiva, ma si manifestò quale miracolo divino (Atti 2:2), tutt’altro che autoindotto. Il suono e il fuoco provenivano “dal cielo”, non scaturivano da leggi della natura, perché lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio (Giovanni 15:26; Atti 2:33).

I credenti, in quel giorno, glorificarono Dio “… come lo Spirito di Dio dava loro di esprimersi” (Atti 2:4). Allo stesso modo, i credenti di ogni secolo esaltano il Signore oltre le facoltà espressive della natura umana, con linguaggi non provenienti da propri processi mentali o da capacità culturali, bensì per diretta e totale influenza dello Spirito Santo (I Corinzi 14:14), tanto che le parole proferite possono essere di ordine angelico e celeste, del tutto incomprensibili alla mente umana (I Corinzi 13:1; II Corinzi 12:4).

APPROFONDIMENTO

Occorre badare a non forzare la glossolalia, come se fosse possibile indurla in qualche modo, come attraverso una sorte di suggestione. Essa è sempre un’opera invisibile e celeste dello Spirito Santo (Atti 2:4). L’eventuale imposizione delle mani, da parte di servitori di Dio (Atti 8:17; 9:17) non va confusa con un trasferimento di potenza attraverso l’uomo, ma stimata unicamente quale incoraggiamento nella preghiera. Occorre sempre ricordare che l’opera del Signore va avanti così come è sorta: “… Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito …” di Dio (Zaccaria 4:6).


Il battesimo nello Spirito Santo consiste nel coinvolgimento totale dell’essere umano nella presenza di Dio: una vera immersione in essa, che lo riempie totalmente fino a traboccare.

La mente è illuminata per conoscere le realtà divine, i sentimenti sono purificati e colmati del desiderio delle cose celesti, la volontà è fortificata per ubbidire agli impulsi dello Spirito Santo.

Tale gloriosa esperienza non annulla la coscienza, la volontà e il carattere e della persona, ma li santifica per la gloria di Dio (Atti 2:14, 15; I Corinzi 14:27, 28, 39, 40).

Precisiamo che lo Spirito Santo ci abilita a parlare, ma dobbiamo cominciare noi a farlo, infatti, leggiamo: “… cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi” (Atti 2:4). Il Signore dice al redento: “… Apri la tua bocca, e io la riempirò …” (Salmo 81:10).

“L’immersione”, il battesimo in Spirito Santo, in sé è già un traboccare di pienezza che non può equivalere a qualche “goccia”. Si tratta di un’immersione spirituale, non di un’aspersione né di un’infusione. L’esperienza di chi balbetta qualche suono o ripete una o due parole meccanicamente non è classificabile come “battesimo nello Spirito Santo” (Giovanni 7:38; I Corinzi 14:19).

Nessuna benedizione può definirsi così se manca il traboccare. Un vaso può contenere acqua in abbondanza senza essere ripieno. Per questa ragione è opportuno parlarne con il pastore della propria comunità prima di testimoniare pubblicamente di essere stati battezzati nello Spirito Santo, più che mai nei tempi spiritualmente difficili e caotici in cui ci troviamo a vivere.

Una benedizione garantita

Il battesimo nello Spirito Santo è un’esperienza certa. Chi realizza la potenza dall’alto ne è ben consapevole e anche gli altri dovrebbero accorgersene, notando un netto e concreto rinnovamento nella vita della persona battezzata, la quale, senza ostentazioni, irradia la pienezza della sua comunione con Dio.

Questo battesimo è anche un’esperienza sicura, malgrado intorno a esso sussistano perplessità e paure, alimentate da insane voci.

Il timore di dare spazio all’emotività e alle contraffazioni si è tanto diffuso in taluni ambienti cristiani da generare un assurdo pregiudizio verso il parlare in lingue.

Già ai tempi di Gesù, alcuni temevano che aprirsi al mondo spirituale comportasse il rischio di essere illusi e manipolati dal diavolo. Perciò il Signore stesso garantisce, oggi come allora, a quanti si rivolgono a Dio per ricevere il dono dello Spirito Santo, che in tale ricerca le schiere sataniche non possono colpire né ingannare un cuore sincero (Luca 11:9-13).

D’altronde il fuoco, spesso citato nell’Antico Testamento come elemento che accompagna la presenza di Dio (Esodo 13:21; Numeri 9:15, 16), e come simbolo dello Spirito Santo, risultò familiare ai discepoli, i quali compresero la chiara origine divina di tale manifestazione (Atti 2:3). In ogni caso, è consigliabile ricercare il battesimo insieme alla chiesa o a credenti di provata affidabilità spirituale (Atti 8:14, 15; 9:17). Anche in questo caso l’esperienza di Pentecoste ci insegna che non si trattava di qualcosa di individuale, ma di centoventi fratelli e sorelle radunate insieme con il medesimo scopo, quello di realizzare l’adempimento della promessa del Padre.


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