True
Vivere negli ultimi tempi
Vigilare contro il peccato e le false dottrine

Dio non ha mai detto che per i credenti tutto sarebbe stato sempre facile. Nella seconda metà dell’ottocento, era molto diffusa la convinzione che le condizioni di vita e la società in generale avrebbero conosciuto un graduale e rilevante miglioramento. I filosofi incoraggiavano le persone ad attendere fiduciosi il “Progresso”.

Le teorie darwiniste sull’evoluzione autorizzano queste aspettative, ma la Bibbia chiarisce che negli ultimi giorni verranno tempi difficili. Mentre attendiamo il ritorno del nostro Signore Gesù, dobbiamo aspettarci anche che Satana moltiplichi i suoi attacchi. Il Signore, però, ha promesso che sarà con noi (cfr. Mt. 28:20; Gv. 16:33).

Atti 3:19 ci ricorda che possiamo sperimentare tempi di refrigerio fino al momento in cui Gesù ritornerà. Per ricevere l’aiuto e l’incoraggiamento di Dio dobbiamo dipendere dallo Spirito Santo e ritenere fermamente la verità biblica.

CONFESSARE IL PECCATO

La luce di Dio, che giunge all’uomo per mezzo della Scrittura, gli rivela la sua condizione di peccato affinché egli possa vivere la purezza. Non c’è altro modo per il perdono dei peccati che confessarli a Dio!

Camminare nella luce

Il Vangelo di Giovanni fu scritto affinché i fedeli continuassero a credere che Gesù è il Figlio di Dio. Crescendo nella fede, essi avrebbero trovato vita nel Suo Nome (cfr. Gv. 20:31). Giovanni scrisse la sua prima epistola probabilmente per accompagnare il suo Vangelo, forse come lettera di introduzione. Essa, infatti, sottolinea le stesse verità e ci invita a continuare a vivere nella luce di Dio, rivelato all’uomo attraverso le Sacre Scritture (I Gv. 1:1, 3).

Il messaggio di Giovanni non era soltanto un’opinione personale. Egli lo ricevette dal nostro Signore Gesù Cristo, la luce del mondo (cfr. Gv. 8:12; 9:5), il Quale gli insegnò che Dio è luce e che in Lui non vi sono tenebre (cfr. I Gv. 12:5). L’uso della parola “luce” per descrivere il Signore mostra che Egli è buono, santo e puro. Per questo motivo sappiamo che la Parola di Dio è buona, santa e verace. Le tenebre, invece, rappresentano tutto ciò che è male, falso e corrotto.

Poiché in Dio non vi sono tenebre, quanti affermano di avere comunione con Lui, ma vivono nelle tenebre del peccato, mentono (I Gv. 1:6). Essi non appartengono alla luce, ma alle tenebre e non possiamo definirli cristiani, solo perché cresciuti in chiesa o perché membri di una Scuola Domenicale. La Scrittura afferma che se il loro stile di vita è identico a quello degli increduli, essi non sono in una giusta relazione con Dio. Non importa ciò che essi dichiarano, il peccato rompe la nostra relazione con Dio e con gli altri credenti (cfr. I Gv. 2:4-6, 9).

Soltanto se continuiamo a camminare nelle vie del Signore, riconoscendolo come Sorgente di luce, possiamo continuare ad avere comunione con Dio e con i fratelli. Fin quando continueremo a cercare Gesù, il Suo sangue ci purifica da ogni peccato. Il Suo sacrificio, eliminando gli ostacoli causati dal peccato, mantiene aperti i canali di comunicazione e di comunione tra noi e Dio.


Approfondimento

Chi sostiene la predestinazione assoluta, crede che una volta nella grazia, un cristiano non possa perdere la propria salvezza. Non possiamo, però, trascurare le chiare esortazioni della Bibbia a ubbidire ai precetti morali di Dio. Se non esistesse il rischio di perdere la salvezza, tali esortazioni, come quella che troviamo in I Giovanni 2:5-10, sarebbero inutili. Anche il v. 19 ricorda quanti hanno abbandonato la fede.


Confessare e abbandonare

Giovanni dice che chiunque è nato da Dio non può continuare a peccare, perché la vita che è in lui non gli permetterà di continuare a praticare uno stile di vita peccaminoso (cfr. I Gv. 3:9). Sebbene il sangue di Gesù ci purifichi da ogni peccato, ciò non significa che possiamo continuare a peccare come abbiamo fatto nel passato.

Dobbiamo confessare e abbandonare definitivamente il peccato (Prov. 28:13), riconoscere che è male e non fargli più posto nella nostra vita. Se non agiamo con decisione contro il peccato, è segno che non lo abbiamo veramente confessato, ma quando la confessione è sincera e l’intenzione di abbandonare il peccato è risoluta, Gesù, che conosce i nostri pensieri, è fedele da perdonarci e purificarci da ogni iniquità (cfr. I Gv. 1:9).

Tutti hanno peccato

Questa verità e già chiaramente espressa in molti brani della Scrittura (vd. Rom. 3:23 e rif.). I Giovanni 1:8, 10 parla di due diverse categorie di persone che non vogliono ravvedersi dai loro peccati.

Al primo gruppo appartengono quanti affermano di non avere una natura corrotta (v. 8), ritenendo di essere fondamentalmente buoni. Altri sono convinti che le loro azioni immorali siano naturali, null’altro che un accettabile “stile di vita alternativo”. Questi perciò credono di non aver bisogno di ravvedersi dal peccato. La Bibbia dice che chi ragiona così inganna sé stesso e la verità non è in lui (cfr. I Gv. 1:8). Con amore, dobbiamo ricordare loro di Giovanni 3:16 e della necessità di riconoscere che il peccato è peccato. Con l’aiuto dello Spirito Santo, potranno abbandonarlo e sperimentare una vera comunione con Dio e con il Suo popolo.

Riferendosi all’altro gruppo, I Giovanni 1:10 afferma che, se una persona ritiene di aver raggiunto un livello spirituale tale da non peccare più è un bugiardo. La Parola di Dio insegna chiaramente che la natura umana è peccaminosa. I Giovanni 1:7 mostra che abbiamo bisogno di una purificazione continua mediante il sangue di Gesù. Se diciamo di non averne bisogno, nonostante la Scrittura affermi il contrario, stiamo considerando Dio bugiardo. In realtà, chi afferma di non peccare più, rifiuta di riconoscere i loro peccati come veramente tali. Dobbiamo confrontarci ogni giorno con la Parola di Dio, accettando ciò che essa ha da dirci in merito. Dobbiamo, poi, confessare e abbandonare ogni peccato che è messo alla luce nella nostra vita dalla Parola di Dio.

RIGETTARE LE FALSE DOTTRINE

Poiché viviamo in un sistema malvagio, che si oppone a Dio (I Gv. 5:19), agli insegnamenti del Signore si contrappongono tutti quelli pericolosi e deleteri per la salvezza. Sebbene spesso siano diffusi da falsi dottori, tali insegnamenti malsani si originano dal maligno. Il credente deve fare attenzione alle false dottrine se non vuole trovarsi lontano dalla verità di Dio (Ef. 4:14, 15).

Attenzione ai falsi insegnanti

Lo Spirito Santo ci dà un avvertimento molto esplicito contro i falsi insegnanti (cfr. I Tim. 4:1, 2). È importante notare che non tutti vengono da false religioni o da filosofie profane. Purtroppo, alcuni di loro, in precedenza, professavano la fede cristiana. Un tempo sostenevano la verità di Dio, ma ora sono diventati apostati, accettando le dottrine di spiriti seduttori. Invece di accogliere la sana dottrina, essi hanno dato ascolto all’insegnamento di demoni, proclamato da ipocriti predicatori di menzogne.

Poiché hanno dato retta a spiriti seduttori, essi non sono più in grado di discernere tra il bene e il male, tra la verità e l’errore, la loro coscienza è stata indurita.

Riflessione

Alcuni falsi insegnanti erano già all’opera ai giorni di Timoteo, vietavano il matrimonio e esortavano ad astenersi da certi cibi. Essi ignoravano che Dio stesso aveva stabilito il matrimonio (cfr. Gen. 1:28; 2:4) e rifiutavano di accettare la libertà che Dio ha dato riguardo ai cibi (cfr. At. 10:13-16). Nel loro legalismo, essi non si rendevano conto dell’inutilità degli sforzi umani e delle buone opere per ottenere la salvezza (cfr. Ef. 2:8, 9).

Da allora, sono sorte molte altre false dottrine. Dobbiamo rigettare i miti pagani provenienti da altre religioni e dalle false filosofie, proprio perché diametralmente in contrasto con quello che insegna la Bibbia. Dottrine disseminate di versetti biblici estrapolati, però, dal loro contesto, trascurando ogni principio di interpretazione della Scrittura ed ignorandone l’insegnamento globale, attitudini indispensabili per conoscere la verità (Sal. 119:160).


Applicarsi alla testimonianza e all'insegnamento

Possiamo evitare i falsi insegnamenti soltanto rimanendo sensibili alla guida dello Spirito Santo, cercando il Suo aiuto nell’investigare le Scritture come facevano gli avveduti ebrei della sinagoga di Berea (cfr. At. 17:11).

Se viviamo un’esistenza all’insegna dell’egoismo o siamo schiavi dei nostri desideri, sentimenti, piaceri, diventeremo facilmente vittime dei falsi insegnamenti. L’apostolo Paolo incoraggiava Timoteo a essere d’esempio ai credenti nelle parole, nella condotta, nell’amore, nella fede, nella purezza di mente e del corpo (cfr. I Tim. 4:12).

Per dare un buon esempio, Timoteo fu incoraggiato a leggere pubblicamente la Parola di Dio, esortando e istruendo i credenti sulle dottrine della Bibbia. Egli non doveva soltanto meditarla, ma farla diventare parte della propria vita, affinché il suo progresso spirituale fosse evidente a tutti. Questo consiglio è tuttora valido ed è ribadito dallo Spirito Santo quando afferma: “Siate facitori della parola e non soltanto ascoltatori” (Giac. 1:22). Qualunque sia il nostro compito e la nostra responsabilità nella Comunità, dobbiamo sottometterci a una vita di ubbidiente servizio a Dio e ai fratelli.

RIMANERE SALDI

L’intento dell’avversario è allontanarci dalla vita in Cristo e a questo scopo egli “va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare”, ma Dio esorta ogni credente a rimanere saldo nella verità della Sua Parola.

La fatica nel Signore non è vana

Al credente può capitare di scoraggiarsi, la vita infatti offre poche ricompense per la fedeltà. Forse la sua testimonianza è ridicolizzata e il suo servizio per il Signore non è apprezzato. Gli empi possono sembrare il ritratto del successo e del benessere, nonostante la loro apparente felicità sia basata su cose contrarie alla volontà di Dio.

Per evitare lo scoraggiamento, sarà utile impegnarsi attivamente nell’opera del Signore perché la Scrittura, in più occasioni, assicura che la nostra fatica non sarà infruttuosa, né inutile. Anche se in questa vita, forse, non vedremo risultati, un giorno i frutti del nostro servizio saranno ricordati e apprezzati quando sentiremo il nostro Signore dire: “Va bene, servo buono e fedele” (Mt. 25:21).

Qual è la nostra meta

Il Nuovo Testamento ci incoraggia a organizzare la nostra vita alla luce della seconda venuta di Cristo (cfr. I Pt. 4:7). L’intera epoca della Chiesa è presentata nelle Scritture come: “Gli ultimi tempi”. Anche se non sappiamo quando accadrà (Mt. 24:26; At. 1:7), sappiamo però per certo che Gesù tornerà (cfr. Mt. 24:30; Gv. 14:3). Dio desidera che i credenti siano sempre pronti per il ritorno di Gesù.

In vista della Sua venuta, i credenti non possono permettersi di sprecare tempo ed energie nelle vie di questo mondo. Dobbiamo vivere sobriamente e con equilibrio. Poiché nel mondo tante cose cercano di distrarci, abbiamo bisogno dell’aiuto che viene da una relazione stabile con il Padre. Poiché gli impegni ci soffocano e, a volte, non è facile trovare tempo per la preghiera, dobbiamo chiedere al Signore che ci aiuti a dedicare tempo per cercare la Sua volontà per mezzo della preghiera, della meditazione della Bibbia e della comunione fraterna, in modo da essere sempre in attesa del ritorno di Cristo.

Oltre ad aiutarci a resistere di fronte alle tentazioni e alle distrazioni del mondo corrotto, una sana relazione con il Padre ci aiuta a vivere in armonia con gli altri credenti. Pietro metteva in risalto il bisogno di unità nel Corpo di Cristo: “Soprattutto abbiate amore intenso gli uni per gli altri” (I Pt. 4:8). Per vivere in attesa della venuta di Cristo, dobbiamo praticare un amore saldo e costante l’uno verso l’altro. Poiché la tendenza dell’uomo è di individuare e denunciare i peccati degli altri, è necessario sviluppare una serena comunione d’amore tra credenti. Se ciò accade, tra noi fluirà liberamente il perdono, che guarirà ferite e ci aiuterà a servirci reciprocamente senza risentimenti.

Glorificare Dio in ogni cosa

Un modo attraverso il quale possiamo dimostrare il nostro amore è servire i fratelli attraverso i doni dello Spirito Santo. Pietro si riferisce a questi doni nella sua prima lettera (4:10, 11), e corrispondono ai charismata di Romani 12:4-8 e I Corinzi 12:1-13. Essi sono distribuiti ai credenti ripieni dello Spirito Santo secondo la volontà divina.

I “doni” non sono per guida personale, ma sono capacità spirituali, conferite al momento e di volta in volta dallo Spirito Santo per l’edificazione del Corpo di Cristo. Dobbiamo considerarli come beni sacri affidatici dal Signore. Abbiamo il privilegio di servirci l’un l’altro attraverso questi doni non perché lo meritiamo, ma per la grazia di Dio. Quando lo Spirito Santo, dunque, vuole usarci per servire gli altri credenti, diamo gloria a Dio per mezzo di Gesù Cristo (I Cor. 6:20).



Una panoramica sulle profezie e gli ultimi tempi

Le profezie sono una parte fondamentale della Parola di Dio, ma spesso poco comprese.

Ancora più "delicate" sono le profezie riguardanti la fine della storia umana, su cui c'è però bisogno di fare luce.

In questo testo di studio approfondirai:

  • Le profezie di Daniele

  • Chi è la figura centrale nelle profezie

  • Il senso delle profezie

  • Il ritorno di Cristo

  • La Grande Tribolazione, il Millennio, il Giudizio Finale e la Nuova Creazione 

  • La figura dell'Anticristo

  • La Babilonia delle Profezie Bibliche


Il vero discepolato
Ritornare al modello biblico

To install this Web App in your iPhone/iPad press and then Add to Home Screen.