Una volta condannate perché moralmente riprovevoli, ora queste “misure” venivano ritenute “buone” e “salutari” perché contribuivano al progresso biologico della razza superiore.
Ad attuarle infatti fu il nazismo hitleriano, erede della dottrina darwiniana dell’evoluzione biologica come del programma dell’eugenetica razzista, nonché dell’antisemitismo che allora pervadeva la cultura tedesca. Il risultato finale fu lo sterminio di milioni di esseri umani – prenati, neonati, bambini, adulti, anziani – tutti uccisi perché “non idonei” da un punto di vista biologico, fisico, intellettuale o razziale.
Anni prima, esprimendosi in chiari termini darwiniani, Hitler aveva scritto nel Mein Kampf: “La razza più debole sarà soppiantata da una razza più forte, perché l’impulso alla vita, nella sua forma finale, spazzerà via ogni assurdo ostacolo posto dalla cosiddetta umanità individuale, aprendo le porte all’umanità naturale, che distrugge i deboli per fare spazio ai forti”.