Insegnare nella Scuola Domenicale è un compito che richiede un certo impegno, una solida preparazione e un cuore ben disposto verso il Signore e la Sua Parola. Esso reca onore, ma anche una profonda consapevolezza della responsabilità educativa. Difatti, ciascun insegnante è chiamato a collaborare con Dio nella formazione spirituale dei bambini, dei ragazzi e dei meno giovani della chiesa, facendo conoscere loro la profondità e la bellezza della Bibbia.
Soltanto quando considera la Sua chiamata al servizio come una vera e propria vocazione, il monitore vedrà maturare i frutti del proprio operato.
Prima di ogni altra cosa, egli deve equipaggiarsi di ciò che non si può acquisire con la semplice preparazione: la pienezza dello Spirito Santo e quei doni spirituali indispensabili di cui parla l’apostolo Paolo, distribuiti alla chiesa per un efficace servizio cristiano (cfr. I Corinzi 12:1-10, 28). Successivamente, consapevole che il Signore agisce attraverso le capacità e i talenti personali, si dedicherà alla sua preparazione, domandandosi…
Perché insegnare?
Perché dedicarsi alla formazione cristiana? Qual è la vera motivazione di chi si trova davanti a una classe di allievi, pronto a condividere con loro la Parola di Dio? Se non abbiamo chiaro lo scopo principale dell’insegnamento cristiano, se non sappiamo quale traguardo raggiungere, i risultati del nostro insegnamento saranno tanto incerti quanto le premesse iniziali.
Dopo un’accurata riflessione, l’insegnante che sente viva la propria responsabilità spirituale e che svolge il proprio compito con amore e dedizione, comprenderà che il suo lavoro è volto a proclamare le verità della Bibbia. Pertanto, il suo duplice obiettivo sarà quello di:
a. Guidare gli allievi nel fare esperienza della salvezza, aiutandoli a comprendere in prima persona l’amore di Dio, il perdono dei peccati e la redenzione in Cristo Gesù;
b. Far sì che ogni lezione sia un’opportunità per coltivare negli studenti le virtù cristiane.
In altre parole, il nostro obiettivo finale è di natura spirituale: la salvezza e la formazione di discepoli di Cristo, capaci, a loro volta, di vivere personalmente la fede e di renderne testimonianza nel mondo.
A chi insegnare?
La scelta della classe non è casuale. Ogni insegnante cristiano, dotato di talenti e qualità unici, è chiamato a scoprire in quale contesto può esprimere meglio le proprie potenzialità. Insegnare agli adulti, ai giovani, ai ragazzi o ai bambini è una scelta che va fatta con cura, tenendo conto della propria chiamata e delle proprie attitudini. È essenziale ricordare che ogni bambino, ogni ragazzo, indipendentemente dalla sua età, ci è stato affidato direttamente dal Sommo Maestro.
Cosa insegnare?
Quale conoscenza ho dell’argomento che dovrò trattare? Ecco la domanda cruciale che ogni insegnante dovrebbe porsi. Naturalmente, ogni insegnamento si basa sulla Bibbia e sulle verità in essa contenute. Per poter insegnare, il monitore deve padroneggiare la storia, la dottrina, la geografia e i costumi biblici. Come diceva l’apostolo Paolo, “... tu che insegni agli altri non insegni a te stesso? …” (Romani 2:21). Non si può trasmettere ciò che non si conosce. Non si può spiegare un concetto se non lo si comprende a fondo. Non si può parlare con autorevolezza se non si studia l’argomento.
Chi desidera prendere sul serio la chiamata a questo servizio, dev’essere disposto a un impegno costante. Lo studio della Bibbia è un percorso senza fine, ma che arricchisce ogni giorno. Bisogna leggere, riflettere, pregare e studiare sistematicamente tutta la Parola di Dio. Non è facile, certo! Dedicarsi allo studio delle Sacre Scritture richiede tempo, dedizione e impegno; non ci sono scorciatoie per un servizio cristiano di qualità. Tuttavia, tutti i grandi sforzi sono la premessa per realizzare copiose benedizioni.
Come insegnare?
Avere una solida preparazione biblica è fondamentale, ma non basta. La vera sfida per un insegnante della Scuola Domenicale è saper trasmettere quelle conoscenze in modo efficace ai propri studenti. Come si fa ad accendere la loro curiosità? A stimolare il loro pensiero critico e far sì che i concetti biblici diventino significativi e trovino applicazione nella loro vita? La risposta sta nel metodo. Ma quale adottare? Questa domanda sarà il filo conduttore che, capitolo dopo capitolo, guiderà i lettori verso la comprensione dell’arte d’insegnare nella Scuola Domenicale.
Si può davvero imparare a insegnare? Alcuni sembrano nati per farlo, è vero! Riconosciamo in certe persone un talento naturale per la cattedra, ma la buona notizia è che quest’arte può essere coltivata e perfezionata da chiunque, a patto che abbia il sincero desiderio di mettersi in gioco. Alcuni possono sembrare dei “geni”; eppure, anche “il genio”, come diceva Thomas Edison, “è per l’uno per cento ispirazione e per il novantanove per cento sudore”, e l’insegnamento non fa eccezione.
L’insegnamento è un’arte che può essere acquisita e perfezionata con lo studio e l’esperienza. Come ogni altra disciplina, esso si basa su principi e metodologie ben definite. Conoscere i fondamenti della didattica e metterli in pratica con costanza e pazienza è la combinazione ideale per migliorare il proprio insegnamento e raggiungere l’obiettivo prefissato per ciascuna lezione.
Per concludere, l’efficacia dell’insegnamento nella Scuola Domenicale dipenderà dalla padronanza delle metodologie didattiche acquisite dal monitore e, in particolare modo, dalla sua consacrazione al Signore.