Alla luce delle Scritture, le Assemblee di Dio affermano che il parlare in altre lingue è la prova fisica iniziale del battesimo nello Spirito Santo. Si tratta di un segno visibile, udibile e verificabile che rappresenta la prima manifestazione evidente e che coinvolge la lingua e il parlare (Marco 16:17; Isaia 28:11).
Tuttavia, non è l’unico frutto del battesimo né il suo scopo finale. Rappresenta piuttosto la porta d’accesso a una vita spirituale più piena, consacrata, efficace e potente (Efesini 3:16-20). Come accadde a Gerusalemme (Atti 2), così anche a Cesarea (Atti 10:44, 46) e a Efeso (Atti 19:6): quando i credenti ricevettero il battesimo nello Spirito Santo, iniziarono a parlare in altre lingue e a profetizzare. Questo segno iniziale, pur manifestandosi in modi diversi, conferma la presenza soprannaturale dello Spirito Santo che prende il controllo e riempie il cuore del credente (I Corinzi 6:19).
In Luca 24:45-49, Gesù promette ai discepoli che manderà lo Spirito Santo e li esorta ad attendere a Gerusalemme finché non saranno “rivestiti di potenza dall’alto”. L’immagine del “rivestimento” richiama l’idea di essere coperti, equipaggiati e protetti (Romani 13:14; Efesini 6:10, 11): come non si uscirebbe di casa senza vestiti, così il cristiano non dovrebbe affrontare il servizio senza l’unzione dello Spirito Santo. Senza lo Spirito, siamo esposti, vulnerabili e inefficaci; con Lui, invece, diventiamo strumenti attivi nel piano di Dio (Zaccaria 4:6).
Anche in Atti 1:8, poco prima di ascendere al cielo, Gesù ribadisce che è lo Spirito Santo a conferire la potenza necessaria per essere testimoni: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra”. Il battesimo nello Spirito Santo non è soltanto un’esperienza personale, ma anche una spinta missionaria (Matteo 28:19, 20).
Il battesimo nello Spirito Santo
a. Un periodo di attesa attiva
I discepoli non sapevano quanto tempo avrebbero dovuto attendere. Sarebbe accaduto dieci giorni dopo l’ascensione, ma a loro era stato detto solo: “Aspettate” (Atti 1:4). Nessuna scadenza, nessun programma. Chi di noi resisterebbe oggi a un appello del genere?
Eppure, quegli uomini e quelle donne perseverarono nella preghiera e nella comunione, ubbidendo al comando di Cristo (Atti 1:12-14). La loro attesa non fu passiva, ma intenzionale, non fu sterile, ma carica di potenza (Luca 11:13).
Forse qualcuno, stanco o incerto, se ne andò e perse l’appuntamento con il cielo. Chi invece perseverò, fu riempito (Ebrei 10:36).
Ciò ci insegna che l’esperienza dello Spirito non può essere né forzata né programmata, ma può essere attesa con fede e desiderio spirituale. Chi cerca, trova (Matteo 7:7; Geremia 29:13).
b. Caratteristiche del battesimo (Atti 2:1-4)
Quando lo Spirito venne, lo fece in modo evidente e potente:
- un vento impetuoso;
- lingue di fuoco;
- il parlare in lingue nuove.
Non si trattò di un momento puramente emozionale, ma di una gloriosa manifestazione della potenza celeste (Isaia 64:1, 2).
Il vento richiama il soffio creativo di Dio (Genesi 2:7; Giovanni 3:8; Ezechiele 37:9, 10): è potente, libero e inarrestabile. Spazza via ciò che è instabile e insicuro e prepara la strada per qualcosa di nuovo.
Il fuoco, invece, simboleggia la santità, la passione e la presenza divina. Come il pruno ardente (Esodo 3) e il fuoco sul Monte Sinai (Esodo 19), così Dio discende ora sui credenti (Ebrei 12:29). Non per bruciare, ma per purificare, modellare e preparare al servizio (Malachia 3:2, 3).
Il parlare in altre lingue, come segno iniziale, si ripeterà in altri contesti:
- Cesarea, con Cornelio e la sua casa (Atti 10:44, 46);
- Efeso, con i discepoli di Giovanni (Atti 19:6).
Ogni volta, il parlare in lingue fu una testimonianza visibile della dimora dello Spirito in loro (I Corinzi 14:22).
c. I frutti del battesimo: la potenza per evangelizzare
Appena ricevono lo Spirito Santo, i discepoli iniziano a proclamare l’evangelo. Parlarono in lingue, sì, ma annunciarono anche le grandi opere di Dio in modo comprensibile a tutti (Atti 2:5-11). Il battesimo nello Spirito Santo non è un’esperienza personale chiusa in sé stessa, ma apre all’annuncio del Vangelo (Romani 10:14, 15).
La prima predica di Pietro, infiammata dallo Spirito, porta alla salvezza di circa tremila anime (Atti 2:14-40). Questo è il frutto visibile della promessa di Gesù: “Mi sarete testimoni” (Atti 1:8).
Questa connessione tra Spirito e testimonianza attraversa tutto il libro degli Atti:
- Paolo e Barnaba, “ripieni di gioia e di Spirito Santo”, in mezzo alla persecuzione (Atti 13:52);
- Stefano, “pieno di Spirito Santo”, che predica fino al martirio (Atti 7:55);
- i discepoli che pregano e ricevono il coraggio di parlare (Atti 4:29-31);
- Filippo, che annuncia con potenza e vede miracoli (Atti 8:6, 7);
- l’evangelo si diffonde grazie a uomini e donne rivestiti di Spirito, non solo di idee (II Corinzi 3:6).
Potenza, autenticità e testimonianza
a. Dio accredita i suoi messaggeri (Atti 2:22)
Nel suo sermone, Pietro afferma che Gesù è stato “uomo che Dio ha accreditato fra voi mediante opere potenti, prodigi e segni”. Questo “accreditamento” non proviene da istituzioni umane, ma da Dio stesso che, con la Sua potenza, suggella la verità del messaggio (Giovanni 3:2). Lo stesso accade con gli apostoli. In Ebrei 2:3, 4 leggiamo che la salvezza fu prima annunciata dal Signore e poi confermata da coloro che l’avevano udita “… mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro, con segni e prodigi, con svariate opere potenti e con doni dello Spirito Santo”.
Il Vangelo è parola, ma anche potenza (Romani 1:16). È testimonianza, ma anche dimostrazione (I Corinzi 2:4).
b. Il miracolo del paralitico (Atti 3-4)
Pietro e Giovanni incontrano un mendicante storpio e gli dicono: “Dell’argento e dell’oro io non ne ho, ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno cammina!” (Atti 3:6). L’uomo si alza e cominciò a saltare e a lodare Dio (Isaia 35:6). Questo miracolo attira l’attenzione e apre la porta alla predicazione.
Il Sinedrio reagisce con minacce, ma i discepoli rispondono: “Poiché, quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiamo viste e udite” (Atti 4:20; Geremia 20:9).
È la forza di chi è rivestito dall’alto.
Il versetto 13 aggiunge una nota potente: “Essi, vista la franchezza di Pietro e di Giovanni ... riconoscevano che erano stati con Gesù”.
L’unzione non si può simulare: si manifesta nel coraggio, nell’autorità e nella trasformazione (II Corinzi 5:17).
Oggi come allora
a. Lo Spirito è per la tua chiesa
Il battesimo nello Spirito Santo non è soltanto un ricordo storico, ma una promessa attuale e universale: “Poiché per voi è la promessa, per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani” (Atti 2:39). Dio vuole rivestire di potenza ogni credente, qui e ora (Luca 11:13).
b. Testimonianza: Monica in Argentina
Monica Obando, studentessa dell’Istituto Biblico di Buenos Aires, ubbidì la guida di Dio che la spingeva a recarsi in una città remota. Partì senza risorse, ma con fede. Sul bus incontrò una credente che la ospitò. Testimoniò dell’evangelo e si verificarono dei miracoli. La voce si sparse. Tutte le chiese del paese la invitarono. Al momento della partenza, 200 persone vennero a salutarla.
Qual era il segreto? Non il talento, ma la potenza dall’alto (I Tessalonicesi 1:5).
c. Testimonianze che accendono la fede
Nel suo libro In Awe in Argentina, il missionario Rocky Grams racconta numerosi miracoli e segni che hanno scosso intere regioni. Gesù è sempre lo stesso (Ebrei 13:8). Le Sue opere di oggi confermano la Sua Parola e stimolano altri a credere (Giovanni 14:12).
Anche in Italia, nelle comunità locali, si verificano guarigioni, conversioni e risvegli spirituali, ma possa il Signore continuare ed espandere la Sua opera in questi ultimi tempi della Sua grazia. Quando ci si rivolge a Dio con sincerità, Egli risponde con potenza (II Cronache 7:14).
Il battesimo nello Spirito Santo è un’esperienza biblica, attuale e necessaria. Non si tratta di un momento isolato, ma di un cammino fatto di potenza, santità e testimonianza. È una promessa di Gesù, realizzata negli Atti degli Apostoli e testimoniata nella storia, ancora oggi disponibile (Giovanni 7:38, 39).
La Chiesa ha bisogno, oggi come allora, di credenti rivestiti di potenza dall’alto, pronti a parlare, agire, amare e soffrire per Cristo, con il coraggio che soltanto lo Spirito Santo può dare.
“‘Non per potenza, né per forza, ma per il mio Spirito’, dice l’Eterno degli eserciti” (Zaccaria 4:6).