Perché Studiare la Lettera ai Colossesi? - ADI-Media

Perché Studiare la Lettera ai Colossesi?

Colosse si trovava nell’attuale Turchia sud-occidentale, non lontano da Laodicea e vicino alla grande strada di Efeso. Paolo scrive questa lettera dal suo carcere di Roma a una chiesa che non ha mai visitato, ma di cui ha sentito fantastici rapporti dal loro responsabile e fondatore, Epafra (cfr. 1:7; 4:12). Scrive la lettera sia per incoraggiare la chiesa sia per avvertirla riguardo ai pericoli dei falsi insegnanti (alcuni dei quali hanno cercato di infiltrarsi nella chiesa).

Avevano iniziato bene il loro cammino cristiano: avevano chiaramente compreso il rapporto tra fede cristiana, amore e speranza e ciò forniva loro una solida base per la vita in Cristo. Era importante che continuassero a comprendere e ad avere fiducia nella vittoria di Cristo sulla croce, che avrebbe avuto, quindi, un impatto sulla loro vita quotidiana. Questo è il motivo per cui Paolo è così desideroso di pregare per loro e di scrivere questa lettera.

I falsi insegnanti di Colosse stavano minando il lavoro compiuto da Cristo, quindi era essenziale per Paolo che questi credenti fossero radicati nella Parola di Dio. Erano necessarie ferme convinzioni per portare “frutto in ogni opera buona”, e, soprattutto, sopportare le difficoltà. Si noti che questa non è una conoscenza filosofica, ma si tratta di un rapporto con Dio.

Succede spesso… quanti iniziano bene la propria vita cristiana possono anche finire lontano anni luce dal Vangelo di Cristo, trascinati da dottrine, movimenti strani e tradizioni bizzarre che, di primo acchito, appaiono meravigliose, ma non lo sono. Questo accade non soltanto a singoli credenti, ma a intere chiese e movimenti. L’oggetto dei loro discorsi può anche riguardare Gesù, ma la loro attenzione si è spostata dalle verità fondamentali di chi Egli è, e da ciò che ha fatto, ad altre cose: rituali, esperienze estatiche, tradizionalismo spicciolo o, di contro, una convinta adesione a scuole di pensiero e metodologie secolari applicate alla fede.

Queste altre cose diventano il fulcro del loro “cristianesimo”. Sembra che Gesù Cristo e la Sua morte salvifica non siano più sufficienti … Questo è il tema affrontato da Paolo nella lettera ai Colossesi. In essa, denuncia il pericolo dello “sviamento” dall’Evangelo: si diventa incerti del perdono di Dio perché non si dipende più unicamente da Gesù; si diventa orgogliosi di ciò che si fa e, in definitiva, questi nuovi modi di pensare e queste forme di spiritualità alternative falliscono nel realizzare la nuova vita e la soddisfazione che promettono. Paolo non si limita a mostrarci soltanto il modo migliore, ma l’unica vera via per crescere ed essere fruttuosi come cristiani nati di nuovo.

Questo processo inizia comprendendo esattamente chi è Gesù Cristo, il Dio che ha creato e sostiene il mondo, la vera ragione della nostra esistenza. Il fatto che questo straordinario Sovrano dell’universo sia diventato uomo e sia morto per riconciliarci con Dio, è il cuore dell’Evangelo che non soltanto ci salva, ma è anche l’unico fondamento per una genuina crescita cristiana. Oggi i credenti affrontano lo stesso pericolo. Questi sei studi possono aiutarci a resistere ad argomentazioni affascinanti ma subdole, che ci vorrebbero spingere ad aggiungere altro a ciò che Gesù ha già fatto perfettamente. Soltanto se siamo convinti della vera identità di Cristo e certi che soltanto Lui è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per crescere, diventeremo cristiani maturi e saldi nella fede.


Tratto dal libro “Colossesi: Maturità Cristiana”

colossesi-adimedia-cover-team