La voce di Dio è più forte delle tue preoccupazioni - ADI-Media

La voce di Dio è più forte delle tue preoccupazioni

Le tue preoccupazioni sono determinate da eventi o accresciute da azioni legate al tuo passato, commessi da te o contro di te? Ognuno di noi ha una storia unica, ma in molti si preoccupano dei peccati e dei fallimenti del passato, oppure di quelli che sono stati commessi contro di loro. Ci preoccupiamo a seguito di vicende accadute in un passato magari molto remoto. Non riusciamo a voltare pagina, a prendere le distanze da ciò che abbiamo fatto o dalle cose che abbiamo subito (leggi il prossimo capitolo per avere maggiori dettagli sul modo in cui gestire le cose che ci sono state fatte).

Potresti provare una grande vergogna per qualcosa che hai commesso o che ti è stato fatto. La colpa e il senso di indegnità ti hanno condotto vicino al baratro oppure ti hanno gettato in una spirale discendente, che ti allontana sempre più dalla gioia legata alla conoscenza e al servizio di Dio. Se è così, allora proprio mentre leggi, è il momento di ricordare le misericordie salvifiche di Dio; di guardare i tuoi peccati e i fallimenti passati e vedere che non ti definiscono.

Sì, le conseguenze potrebbero non sparire mai del tutto, e forse ti troverai a lottare ancora contro di esse, ma nessuna delle parole che esse diranno su di te o contro di te sarà più forte della voce di Dio; e Lui dichiara che tu sei perdonato, purificato e amato in Cristo. Se sei un cristiano, l’evento più importante “del tuo passato”, indipendentemente da ciò che ti è accaduto, è sicuramente la croce.

Il problema della miopia

Dovrai andare alla croce ogni giorno, poiché tra un po’ di ore “oggi” diventerà “ieri”. I peccati commessi proprio oggi possono rappresentare il senso di colpa e l’ansia potenziale di domani. Percepire la realtà dei propri peccati e combattere la preoccupazione che ne consegue, è una chiamata quotidiana.

L’apostolo Paolo parla di questa esperienza in Romani 7, laddove descrive il suo incessante travaglio interiore. Si ritrova a commettere le azioni che dovrebbe ripudiare ma non riesce a compiere ciò che veramente dovrebbe:

“Perché io non approvo quello che faccio; poiché non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio” (Romani 7:15).

Che cosa fa a questo proposito? Dice a sé stesso (e ai propri lettori):

“Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io stesso con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato … Non c’è dunque ora alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù” (Romani 7:25; 8:1).

Ho l’impressione che l’apostolo Paolo parli del suo passato e, allo stesso tempo, evochi la tensione che contrassegna la vita quotidiana del credente. Romani 7:15 e 8:1 trovano conferma nella vita di qualsiasi cristiano. Tenerli insieme è l’unico modo per essere realisti, rimanere sani e godere della Sua pace. Puoi essere onesto a questo proposito, anziché negare la lotta, cercare di nasconderla o sminuirla. Ma puoi restare fiducioso poiché Romani 7:15 e Romani 8:1 sono entrambi ugualmente veri e rimangono autentici nello stesso momento.

Anche l’apostolo Pietro lo sapeva fin troppo bene. Era consapevole del fatto che il senso di colpa e la preoccupazione per i peccati commessi avrebbero impedito ai cristiani di realizzare dei veri progressi nella vita. Invita dunque i propri lettori a ricercare la virtù, la conoscenza, l’autocontrollo, la pazienza, la pietà, l’affetto reciproco e l’amore, il tutto fondato sulla fede nelle promesse di Dio e su ciò che ne consegue. Per quale ragione?

“Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né oziosi, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo. Poiché colui nel quale queste cose non si trovano è cieco e miope, avendo dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati” (II Pietro 1:8, 9).

Comprendi il senso delle parole dell’apostolo Pietro? È possibile dimenticare di essere stati purificati dai peccati e considerare unicamente quelli commessi nel passato. È possibile dimenticare che ora non v’è più condanna per chi è in Cristo Gesù. Possiamo diventare miopi (o come direbbero i britannici, “dalle vedute ristrette”) e riuscire a vedere unicamente ciò che è molto vicino ed evidente: i fallimenti, le mancanze e i vari peccati. Questo ci rende improduttivi, ci blocca, ci riempie d’ansia e ci priva della capacità di sperare. Se reputi di non poter essere utile a Cristo a motivo di ciò che hai commesso (o di ciò in cui sei ricaduto), soffri di miopia. Devi diventare lungimirante e concentrarti, oltre che sulla verità di Romani 7:15, anche su quella travolgente di Romani 8:1. I tuoi peccati di un tempo sono stati perdonati. Non sei e non potrai mai più essere condannato a causa di quelle trasgressioni.

Negli ultimi venticinque o trent’anni ho avuto modo di dare spesso dei consigli a livello pastorale. Spesso ho avuto modo di dare opportuni suggerimenti a qualcuno che era bloccato e sembrava non riuscire a progredire nella propria vita cristiana. In questi incontri si inciampa inevitabilmente su qualche trasgressione del passato, su uno schema di peccato o su qualche esperienza vergognosa che aveva l’effetto di un grosso tronco incastrato nell’ingranaggio di un mulino. Quella grande ruota era ferma poiché il tronco impediva agli ingranaggi di girare. Occorrevano tempo e pazienza per individuare il tronco del peccato che si era conficcato nel cuore di una persona oppure scoprire la fonte di quell’esperienza che suscitava vergogna. E occorreva ancora più tempo affinché si giungesse alla comprensione che la grazia del vangelo era l’unica speranza per la rimozione del peccato e della vergogna.

Nessuna condanna

Lotti con la preoccupazione e con l’ansia collegate ai fallimenti e ai peccati del passato? In questo caso, li hai identificati? E sei più concentrato su di essi che su Cristo? Se è così, guarda verso l’alto e verso l’esterno, rivolgiti a Gesù. Se ti rendi conto di avere delle difficoltà nel farlo, chiedi a qualcuno di aiutarti e pregare con te per i tuoi problemi. Chiedi a Dio la grazia di darti una nuova comprensione della Sua meravigliosa grazia, nel tuo cuore come nella mente. Non permettere alla tua miopia di tenere lo sguardo fisso solamente su Romani 7:15. Prega per avere una visione lungimirante, in modo tale che Romani 8:1 si radichi più profondamente nel tuo cuore.

Quando provi angoscia per il tuo peccato, ricorda che questo è un mondo in cui Gesù è morto per il peccato. Non lasciare che il peso dell’ansia causata dalla tua indegnità diventi un carico che ti accompagna ogni giorno. Puoi rammentare a te stesso che non c’è più condanna per te, perché sei in Cristo Gesù. Ora non devi essere ansioso per ciò che hai fatto, perché Gesù ha portato sulla croce il anche il tuo peso, la tua vergogna e tutte le tue angosce.

Dopo aver ricordato a te stesso queste verità, rivolgi al Signore una preghiera di ringraziamento per la Sua opera redentrice. Chiedigli di aiutarti ad andare avanti su questo fondamento di grazia.

L’Autore

TIMOTHY LANE è pastore e insegnante. Laureatosi in teologia e specializzatosi in counseling cristiano, è autore di diversi articoli accademici e libri, tra cui Relazioni – Un groviglio che vale la pena creare (ADI-Media), con un’esperienza decennale nel servizio cristiano e nella cura relazionale. Professore di Teologia Pratica, è presidente dell’Institute for Pastoral Care ed è stato direttore esecutivo della Christian Counseling & Educational Foundation.

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