Io amo la mia chiesa ... perché mi assumo le mie responsabilità - ADI-Media

Io amo la mia chiesa … perché mi assumo le mie responsabilità

Tutti abbiamo fantasticato, almeno una volta, di far parte di un gruppo esclusivo. Potremmo aver sognato di far parte di una squadra di calcio, di un gruppo musicale, di un circolo prestigioso. Ma le nostre fantasie non hanno mai preso in considerazione tutte le implicazioni che derivano dall’appartenere a un gruppo di persone.

Un buon giocatore deve dedicarsi completamente agli allenamenti, all’alimentazione… un buon musicista deve conoscere i brani alla perfezione e impegnarsi nelle prove e nello studio. Ogni buon socio deve partecipare alle riunioni, come da calendario, e provvedere materialmente per sostenere la propria associazione o club di appartenenza. Queste responsabilità definiscono il nostro ruolo come membri di questi, come di ogni altro gruppo. Se non sono osservate, il nostro ruolo è insignificante, anzi inesistente.

In una cultura individualistica e consumistica, l’idea stessa che i membri della Chiesa abbiano delle responsabilità cui assolvere è una sorpresa per alcuni credenti, ma la responsabilità e l’appartenenza alla comunità locale vanno di pari passo: non si può avere l’una senza l’altra. In effetti, ovunque ci sia un gruppo definito di persone, vengono in essere, necessariamente, delle responsabilità da assolvere per il semplice fatto che tale gruppo si è costituito e deve svolgere delle attività.

Quali sono dunque le responsabilità di un membro di chiesa?

Il volere prima del dovere?

Prima di rispondere a questa domanda, è necessario precisare che cosa è la chiesa locale. Una comunità di credenti non è un edificio o un luogo, bensì è un insieme variegato di persone. Più specificamente, una chiesa locale è costituita da persone nate di nuovo per opera dello Spirito Santo, che si riuniscono regolarmente nel nome del Signore Gesù, e seguono gli insegnamenti della Parola di Dio per viverla quotidianamente e affermare la propria cittadinanza celeste attraverso una condotta irreprensibile e la pratica degli ordinamenti del Signore Gesù. Questa definizione può sembrare un po’ lunga e complicata, ma ci mostra due cose importanti sulla Chiesa e sui suoi membri: la Chiesa ha un’identità unica e la Chiesa ha un’autorità unica.

La chiesa è composta da uomini e donne rigenerate e ripiene di Spirito. Questi hanno una nuova identità, non sono più spiritualmente morti nel peccato, ma sono stati vivificati in Cristo. Sono una nuova creazione, sono perdonati dei loro peccati e adottati come figli di Dio (Geremia 33:31-34; II Corinzi 5:17; Efesini 1:7, 13, 22; 2:5; Romani 8:15; Colossesi 2:13). Ogni membro di Chiesa ha la responsabilità di diventare ciò che Cristo ha predisposto per ciascuno di noi (Efesini 2:10), camminando in modo degno del Vangelo (Efesini 4:1). L’essere porta al fare. In altre parole, i doveri espressi nel Nuovo Testamento derivano dai presupposti stessi dell’Evangelo. Essendo nuove creature noi vogliamo servire il Signore (II Corinzi 8:10, 11; Filippesi 2:13).

Dio ha anche affidato a ogni comunità locale l’autorità e l’influenza spirituale per agire sulla terra per conto del regno dei cieli (Matteo 18:18). Le chiese locali sono ambasciate del regno di Dio. Con il battesimo, la Cena del Signore e l’opera di discepolato, una chiesa locale esercita l’autorità di affermare la cittadinanza dei suoi membri nel regno di Dio.

Sei responsabilità di un membro di chiesa

Dopo aver fatto luce sull’identità e sull’autorità della Chiesa, come definiamo le responsabilità dei membri di Chiesa? Questi sei punti riassumono l’insegnamento biblico sulle responsabilità di ognuno di essi.

Riunirsi insieme

Se i membri della Chiesa non si riuniscono, allora non c’è Chiesa. In altre parole, riunirsi nel nome di Gesù fa parte di ciò che rende una comunità la Chiesa del Signore (Atti 2:42). Lo scrittore della lettera agli Ebrei ha ordinato ai suoi lettori di non rinunciare alla “comune adunanza” (Ebrei 10:25). Ogni membro di Chiesa dovrebbe dare priorità alle riunioni di culto, a quelle di preghiera e di studio biblico, per incontrarsi con il Signore e con il Suo popolo. Esattamente come alle origini della chiesa.

Naturalmente, i membri possono avere bisogno di incontrarsi per altri motivi. Se una chiesa stabilisce di fare una riunione dei membri per l’approvazione della relazione finanziaria, un’assemblea di chiesa dove si presentano nuovi membri, al pari di un incontro di evangelizzazione…, anche in questi casi i membri della chiesa hanno la responsabilità di partecipare a quelle riunioni.

Difendere il Vangelo

Assicurare la fedeltà al Vangelo non è responsabilità soltanto dei pastori. Ogni membro di Chiesa ha la responsabilità di sostenere e affermare gli insegnamenti biblici. Quando l’apostolo Paolo scrisse alle chiese della Galazia, rimproverò le chiese, non i conduttori, per essersi rivolti a un “altro vangelo” o un “vangelo diverso” (Galati 1:6-8). Egli riteneva l’intera comunità responsabile per aver permesso all’errore di insinuarsi e di distorcere il Vangelo (Galati 1:7). Certo, non tutti i membri possono padroneggiare le complessità della teologia sistematica, o dell’apologetica, ma ogni membro dovrebbe essere in grado di articolare e difendere la sostanza del Vangelo. Gli apostoli presumevano che ogni credente dovesse crescere in Cristo, consentendo loro di discernere la verità dall’errore (Efesini 4:13, 14; Filippesi 1:9, 10; I Giovanni 4:1-6).

A livello pratico, proteggere il Vangelo significa che i membri di Chiesa devono almeno conoscere e comprendere gli articoli di fede su cui la propria comunità si fonda. Ogni membro, inoltre, ha la responsabilità di assicurarsi che l’insegnamento della propria comunità sia in accordo con la Parola di Dio. I membri che si assumono questa responsabilità considereranno lo studio della Parola come qualcosa di più di un atto di devozione ed edificazione personale. Avranno anche un impulso ecclesiologico: “Studio la Bibbia per crescere nella fede e nella conoscenza e aiutare la comunità a mantenere l’integrità dottrinale” (cfr. Ebrei 5:14). Quando ogni membro accetta la responsabilità individuale di proteggere il Vangelo, l’intera Chiesa ne beneficia (cfr. Giuda 3, 4). Insieme, maturano nella verità e si edificano nella conoscenza del Figlio di Dio (Efesini 4:13).

Definire il significato di appartenenza alla Chiesa

Gesù istruì la chiesa a considerare un fratello impenitente come un idolatra e un peccatore per aver rifiutato di ravvedersi dal proprio peccato e dal sottomettersi ai richiami ricevuti: non resta che “dirlo alla chiesa” (Matteo 18:15-20). In I Corinzi 5:1-13, l’apostolo Paolo rimprovera la comunità di Corinto per aver tollerato il male in mezzo a loro. Quando “si riunivano nel nome del Signore Gesù” come Chiesa, dovevano considerare l’uomo immorale come perduto e allontanarlo dalla comunione affinché non contaminasse la santità del corpo di Cristo (I Corinzi 5:4, 5) perché, in questo caso, la verità di Dio viene disonorata, allora l’unità e la pace non dureranno a lungo; perciò bisogna allontanare costoro o allontanarsi da loro (Romani 16:17; II Tessalonicesi 3:6, 14; II Timoteo 3:5; Tito 3:10).

I membri di Chiesa, inoltre, sono responsabili di garantire la partecipazione ai nuovi membri. Ricevendo nuovi credenti con il battesimo o accogliendo fratelli e sorelle che si trasferiscono in zona da un’altra comunità, la comunità locale dichiara pubblicamente: “Questa persona è un cittadino del regno di Dio” e può essere accolto (cfr. Matteo 16:18, 19; 18:17-20; 28:18-20). Celebrando la Cena del Signore, i membri si accostano ai simboli che definiscono la propria appartenenza al corpo di Cristo, affermando al tempo stesso la loro comunione con Dio (I Corinzi 10:17; 11:23-26).

In caso di scandalo palese e pubblico, la chiesa attesta, effettivamente, di non riconoscere più la persona che ha generato confusione come membro effettivo della comunità. I pastori, infatti, non esercitano questo tipo di autorità da soli, ma tutta la chiesa è resa partecipe di tale decisione in ubbidienza a Cristo, e questo per mantenere la purezza della Chiesa e per preservare la testimonianza del Vangelo in un mondo decaduto.

Amarsi a vicenda

“Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri” (Giovanni 13:35). Dire che i membri di Chiesa sono responsabili di amarsi reciprocamente è quasi come dire che gli uccelli hanno la responsabilità di volare. L’amore definisce la nostra nuova identità in Cristo (I Giovanni 4:7, 12; 5:1). Nel Nuovo Testamento, l’amore è tangibile, attivo ed espresso attraverso il servizio (Romani 12:10; Ebrei 3:13). Ogni membro di Chiesa ha la responsabilità di seguire tutte le indicazioni del Nuovo Testamento che contengono l’espressione “gli uni gli altri”.

Se ci assumiamo la responsabilità di amarci l’un l’altro, allora cercheremo attivamente di essere discepolati e di discepolare gli altri. In questo modo, l’intera comunità “si edifica” nell’amore (Efesini 4:15, 16). Non saremo passivi riguardo all’unità della chiesa, ma desiderosi di mantenere e promuovere uno spirito di unità con il vincolo della pace (Efesini 4:3). Non lasceremo indietro i membri “zoppicanti”, ma li accompagneremo esortandoli per il loro bene (cfr. Matteo 18:10-14). Prenderemo sul serio la preghiera (I Tessalonicesi 5:16; Efesini 6:18), porteremo i pesi gli uni degli altri (Galati 6:2), eserciteremo l’ospitalità (Romani 12:13), anteporremo gli interessi degli altri ai nostri (Filippesi 2:4) e cercheremo di costruire delle sane relazioni cristiane.

Questo tipo di servizio non è riservato soltanto ai pastori. Gesù ha istituito i pastori nella Chiesa per equipaggiare i membri ad adempiere alle loro responsabilità e a svolgere il lavoro del ministero di edificazione del corpo di Cristo (Efesini 4:11, 12).

Sottomettersi ai responsabili

Ebrei 13:17 esorta i cristiani a ubbidire ai conduttori e a sottomettersi a loro. I responsabili della nostra comunità sono un dono di Cristo alla Chiesa. Sono uomini che hanno capacità di insegnare e applicare le Scritture (I Tessalonicesi 5:12, 13; I Timoteo 3:1-7). I membri di Chiesa hanno la responsabilità di ubbidire a Gesù sottomettendosi agli anziani (ossia quanti hanno autorità nella Chiesa), perché questi ultimi vegliano sulle loro anime come coloro che dovranno renderne conto (Ebrei 13:17). Ovviamente, i membri di Chiesa non devono seguire i loro responsabili ciecamente, ma nella misura in cui questi anziani insegnano le Scritture e guidano la Chiesa in modo biblico (Ebrei 13:7). I membri di Chiesa devono onorare i propri conduttori per il loro servizio, insegnamento, la loro saggezza, i loro consigli e le loro istruzioni (I Timoteo 5:17).

Evangelizzare i perduti

Il Grande Mandato è per ogni cristiano, non soltanto per i pastori e i missionari sparsi nel mondo. Gesù ha incaricato ogni membro di Chiesa a “fare discepoli” (Matteo 28:18-20). Come popolo riconciliato con Dio, abbiamo la responsabilità di annunciare il messaggio di riconciliazione a quanti vivono separati da Cristo, senza Dio e senza speranza nel mondo (Romani 10:14; II Corinzi 5:19; Efesini 2:12). Non soltanto i pastori, ma tutti i credenti rappresentano un sacerdozio regale incaricato di mediare un annuncio autorevole da parte di Dio all’umanità (I Pietro 2:9). Annunciamo l’Evangelo quotidianamente in ogni luogo dove siamo posti, con le nostre parole e la nostra condotta, così facendo riusciremo a coprire una buona parte di questo mondo perduto (Filippesi 2:14-16). L’annuncio è semplice e diretto: Cristo è il Salvatore! «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo” (Atti 2:38).

Conclusione

Nessun atleta si unisce a una squadra sperando di rimanere in disparte a ogni allenamento e partita. L’appartenenza alla Chiesa è molto più importante della partecipazione a uno sport di squadra. Purtroppo, però, l’individualismo, il disimpegno, l’indifferenza e l’inganno di una fede facile, oltre a certe forme di culto a Dio non bibliche hanno lasciato molti membri di Chiesa intenzionalmente o involontariamente in disparte.

Sei un membro di Chiesa? Non accontentarti di stare in panchina. Gesù chiama tutti noi ad alzarci e a metterci al lavoro.

Libri per approfondire

I Sentieri Biblici sono delle serie di studio e approfondimento pensate per indicare la “via della vita” a ogni credente desideroso di trovare nella Bibbia quella parola “utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (II Timoteo 3:16).

Questi studi sono una risorsa gratuita che vogliamo mettere a disposizione per gruppi e chiese. Un’opportunità di riflessione, di applicazione pratica e formazione biblica.

Potrai scaricarli in pdf, stamparli e usarli liberamente nella tua comunità.

La nostra preghiera è che l’analisi di questi argomenti possa far diventare sempre più familiare “l’incontro con la Parola di Dio”, per rimanere sempre più “attaccati alla Parola fedele” (Tito 1:9) e praticare il “non oltre quel che è scritto” (I Corinzi 4:6).

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